domenica 11 aprile 2010

AFORISMI DI LIBERTA'... LA PAROLA CHE FA PAURA ALLE MAFIE

di Vincenzo Arena

Aforismi di libertà. Riproponiamo di seguito stalci di scritti di quattro giornalisti ammazzati dalle mafie: Beppe Fava, Giancarlo Siani, Beppe Alfano, Peppino Impastato.

La parola, le parole... pillole di nitroglicerina se bene ponderate e bene cercate dietro il velo dell'omertà, dietro la vergogna della connivenza e delle storture morali. Le parole fanno paura... ai politici collusi, agli imprenditori compiacenti, alle mafie di ieri e di oggi. A quelle di oggi soprattutto, alle "quinte mafie" della finanza, delle professioni "alte"... Perchè le nuove mafie sanno leggere bene, conoscono il potere dei media, spulciano intenet, sfogliano i giornali e guardano le tv libere. Le nuove mafie... quelle dei boss architetti, avvocati, imprenditori...

Beppe Fava: "Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo". (Il Giornale del Sud, 1981)

Beppe Alfano: "Non è più tollerabile che Barcellona debba sottostare alla legge del terrore imposta da esseri socialmente pericolosi. Il tutto mentre le istituzioni politiche di peso stanno a guardare; alcuni partiti sono più latitanti che mai (…). Quali iniziative “forti” i due politici di razza barcellonese (sen. Santalco e on. Nania) hanno intrapreso negli ultimi anni presso il ministro degli Interni affinchè una volta per tutte anche i barcellonesi possano finalmente iniziare a vivere tranquilli?" (La Sicilia, 1991)

Peppino Impastato: "I miei occhi giacciono/in fondo al mare/nel cuore delle alghe/e dei coralli./Seduto se ne stava/e silenzioso/stretto a tenaglia/tra il cielo e la terra/e gli occhi/fissi nell'abisso."(Poesie di Peppino)

Giancarlo Siani: "Basta con la droga" lo hanno gridato nelle piazze, lo hanno detto a Sandro Pertini, lo ripetono ormai da tempo per ottenere strutture, comunità terapeutiche, un aiuto per liberarsi dalla "piovra". E nella provincia il malessere, il degrado, l'abbandono sono sempre più acuti. Dove gli intrecci tra camorra e droga sembrano imbattibili. Dove alla cronica carenza di tutto, dalle case al lavoro, agli ospedali, si aggiunge anche il ritardo negli interventi per il recupero dei tossicodipendenti. A Torre Annunziata e nella zona vesuviana si aspetta una comunità terapeutica, una "Zattera", un presidio sanitario da anni, ma fino ad oggi non è stato realizzato niente." (Il Mattino, 1985)

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